Calcolo settimane di gravidanza: tutto quello che devi sapere

Diventare mamma per la prima volta è un'esperienza straordinaria e travolgente nella vita di una donna. Avrai nove mesi di tempo per sperimentare attivamente emozioni e novità legate all’arrivo di un bebè ma dovrai anche imparare a tenere il conto delle settimane di gravidanza che scandiranno questo periodo magico della tua vita.

È importante farti un’idea precisa sul numero di settimane che mancano per arrivare a fine gravidanza per monitorare il progresso della gestazione, identificare la fase di sviluppo del feto e pianificare visite e controlli specifici con il tuo ginecologo. Ti basterà un calendario o un'agenda per iniziare a segnare gli esami prenatali, come ecografie e test di screening, da programmare nelle 40 settimane che ti separano dalla nascita del tuo bambino.

Anche il pediatra, già durante la gravidanza, può basarsi sulle settimane di gestazione per iniziare a valutare eventuali rischi per la salute del neonato e preparare un percorso di assistenza specifico.

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Come calcolare le settimane di gravidanza?

Ogni gravidanza è unica ma una certezza le accomuna tutte: man mano che la pancia si farà più evidente dovrai fare i conti con la curiosità di amici e parenti sul sesso e il nome del nascituro ma soprattutto non potrai farti trovare impreparata sulla fatidica data presunta del parto (DPP).

“Quanto manca? A che mese sei?” è probabilmente il leit motiv che ti risuonerà nelle orecchie per tanto tempo. Ma come viene calcolato il giorno preciso di fine gravidanza? Se stai provando a rimanere incinta sicuramente hai cerchiato in rosso il primo giorno dell’ultima mestruazione (DUM): ecco quella è la data da cui partire per aggiungere le 40 settimane, ovvero i 280 giorni, che mancano alla DPP. Non ti serve una calcolatrice o un calendario se segui la semplice regola di Naegele: aggiungi 9 mesi e 7 giorni al primo giorno dell’ultima mestruazione e avrai la data da cerchiare a cuoricino sul tuo diario della gravidanza (esempio: DUM 1 gennaio → DPP 8 ottobre).

Uno strumento che ti capiterà di vedere più volte in mano al personale medico per calcolare le settimane di gravidanza e la data presunta del parto è il regolo ostetrico, molto utile per avere una panoramica rapida dell’andamento dell'età gestazionale e programmare visite e controlli di routine. Si tratta di una vera e propria “ruota della gravidanza” che può essere facilmente consultata anche dalle future mamme: ruotando il disco superiore è possibile allineare il primo giorno dell’ultima mestruazione (DUM) con la data presunta del parto (DPP).

Meno attendibile è invece il calcolo basato sulla data del concepimento anche se di norma cade circa due settimane dopo l’inizio dell’ultimo ciclo. Conoscere l’andamento della tua ovulazione è un buon modo per favorire un incontro fecondo tra spermatozoo e cellula uovo ma certamente non puoi escludere a priori che una gravidanza possa arrivare anche a ridosso dei giorni rossi.

Quindi, qual è il momento giusto per iniziare a calcolare le settimane di gravidanza?

Potresti accorgerti di essere incinta intorno la quarta-quinta settimana, circa un mese dopo l’ultimo ciclo, se questo è regolare, e 14 giorni dopo il concepimento. Se il test di gravidanza conferma la dolce attesa non ti resta che impostare una tabella dei mesi di gravidanza e prenotare una visita dal tuo ginecologo di fiducia.

Donna incinta con calendario alla 40esima settimana
Donna incinta con calendario alla 40esima settimana

Quanto tempo dura una gravidanza

Tua cognata o la tua vicina di casa hanno partorito alla 37esima o 42esima settimana? Non si tratta di una svista matematica ma può succedere che i canonici 9 mesi di gestazione non vengano rispettati alla lettera. Come saprai la maggioranza dei bambini nascono prima o dopo il termine. A meno che non sia puntuale come un orologio svizzero, preparati anche tu a stringere il tuo piccolo in anticipo o qualche giorno dopo il giorno X.

Da cosa dipende questa oscillazione? In primis dal fatto che ogni donna ha un ciclo più o meno regolare. Se la DUM non è chiara o hai mestruazioni irregolari, meglio ricorrere all’ecografia ostetrica, particolarmente durante il primo trimestre. L’ecografia misura la lunghezza del feto (detta CRL, Crown-Rump Length) e aiuta a determinare l’età gestazionale con un buon grado di accuratezza, fornendo un calcolo verosimile delle settimane di gravidanza.

La variabilità dipende anche da elementi come l’età materna, lo stato di salute della mamma e del bambino e persino da fattori genetici. Abbiamo già detto che ogni gravidanza è unica, quindi consulta sempre il tuo medico di fiducia per avere una stima più accurata e personalizzata.

La corrispondenza tra le settimane e i mesi di gravidanza


Programmare per tempo le visite e fare un elenco di cose da comprare per il corredino del bebè ti aiuterà ad affrontare le 40 settimane che precedono il parto con una marcia in più. Per facilitarti il compito è bene che tu abbia sottomano

una tabella mesi gravidanza.

Fare il calcolo delle settimane di gravidanza in relazione ai mesi sembra una banalità ma se ci pensi bene un mese non corrisponde esattamente a quattro settimane precise e questo può generare confusione e calcoli sballati.

Come si calcolano le settimane e i mesi di gravidanza?

Ecco una guida generale che mostra la corrispondenza tra settimane e mesi di gravidanza, con le principali visite e controlli consigliati per ogni mese:

Mese
di Gravidanza
Settimane di Gravidanza
Visite e Controlli Consigliati
1° mese
1 - 4
- Test di gravidanza positivo
- Prima visita dal ginecologo per confermare la gravidanza
- Esami del sangue e delle urine
2° mese
5 - 8
- Prima ecografia per confermare la datazione della gravidanza e verificare il battito cardiaco fetale
3° mese
9 - 13
- Esami del sangue di routine (emocromo, toxoplasmosi, rosolia, HIV, epatite, test di Coombs indiretto in caso di fattore RH negativo)
- Ecografia per il controllo del primo trimestre (translucenza nucale)
- Test combinato o Bi-test (opzionale)
- Test del DNA fetale (opzionale)
4° mese
14 - 17
- Visita di controllo dal ginecologo
- Esami delle urine e controllo della pressione arteriosa
5° mese
18 - 22
- Ecografia morfologica (20ª settimana) per monitorare lo sviluppo degli organi del feto e conoscere il sesso (opzionale)
- Esami del sangue e delle urine
6° mese
23 - 27
- Visita di controllo dal ginecologo
- Controllo della crescita fetale e benessere materno
7° mese
28 - 31
- Test di tolleranza al glucosio (minicurva glicemica) per monitorare il diabete gestazionale
- Esami del sangue e delle urine
- Esecuzione dell’immunoprofilassi anti D in gravidanza per le donne con RH negativo
- Iscrizione al corso di accompagnamento alla nascita
8° mese
32 - 35
- Visita di controllo dal ginecologo
- Ecografia per monitorare la posizione del feto e valutazione di taglio cesareo
- Monitoraggio del benessere fetale e materno
- Preparazione borsa da portare in ospedale
9° mese
36 - 40
- Controllo del battito fetale e del liquido amniotico (cardiotocografia)
- Visita con l’anestesista + esami della coagulazione del sangue (PT, PTT) che potrebbero servire in ospedale in caso di anestesia epidurale o di taglio cesareo
- Tampone vaginale e rettale per la ricerca dello streptococco beta emolitico
- Controllo della dilatazione del collo dell'utero
- A 40 settimane iniziano i controlli di monitoraggio per le gravidanze oltre il termine

Gli esami del sangue e delle urine sono ripetuti più volte durante la gravidanza per monitorare i livelli di emoglobina, la presenza di infezioni o eventuali carenze nutrizionali. Le ecografie principali sono generalmente tre: una nel primo trimestre (circa alla 12ª settimana), la morfologica al 5° mese, e una nel terzo trimestre (intorno alla 32ª settimana) per controllare la crescita del bambino.

Altri test, come l’amniocentesi o la villocentesi, possono essere consigliati in casi specifici (ad esempio, quando vi è un rischio genetico o età materna avanzata).

Nel 9° mese le visite diventano più frequenti per monitorare i segni di travaglio e la preparazione al parto.

Questa tabella offre una panoramica generale ma è importante che ogni futura mamma segua le indicazioni specifiche del proprio medico.

Come si suddividono i trimestri di gravidanza

Quando nasce un bambino, nasce anche una mamma. Il tirocinio per diventare genitore inizia già durante la gravidanza e continua dopo il parto, quando la donna non si occupa solo delle esigenze fisiche del neonato ma si impegna anche a stabilire un legame affettivo profondo con lui. Ti senti piena di gioia ed energia ma un secondo dopo fanno capolino dubbi e paure? È l’altalena di emozioni che ti accompagnerà per i prossimi mesi, complici sbalzi ormonali e preoccupazioni normalissime legate alla nascita di una nuova vita.

Come si sviluppa il tuo bambino settimana dopo settimana? La curiosità di conoscere da vicino i cambiamenti fisici che stanno avvenendo di giorno in giorno è comune a tutte le future mamme. Ecco una tabella gravidanza suddivisa per trimestri e tappe principali dello sviluppo fetale:

  • Primo Trimestre (1ª - 13ª settimana)
    Fecondazione e formazione dell'embrione che poi evolve in feto. Si sviluppano gli organi principali e il sistema nervoso centrale.
  • Secondo Trimestre (14ª - 27ª settimana)
    Il feto continua a crescere, i suoi movimenti diventano più evidenti e si iniziano a distinguere i lineamenti del volto e gli arti.
  • Terzo Trimestre (28ª - 40ª settimana e oltre)
    Il feto acquisisce peso e le sue dimensioni aumentano rapidamente. I polmoni e altri organi si sviluppano ulteriormente per prepararsi alla vita extrauterina.
Mano di donna con un test di gravidanza
Mano di donna con un test di gravidanza

Come e quando si può conoscere il sesso del bambino durante la gravidanza?

Conoscere il sesso del bambino è un momento speciale che molti futuri genitori scelgono di festeggiare in grande stile insieme ad amici e parenti. Hai mai sentito parlare di “gender reveal party”? Palloncini e coriandoli rosa o azzurri a parte, devi sapere che è il papà a determinare il sesso del nascituro. La madre fornisce sempre un cromosoma X con il suo ovulo mentre il padre è portatore di un cromosoma X o di un cromosoma Y con il suo spermatozoo: se la combinazione è XX il bambino sarà di sesso femminile, se la combinazione è XY il bambino sarà di sesso maschile.

L’ecografia morfologica è il metodo più comune e non invasivo per determinare il sesso del bambino. Quando si esegue? Intorno alla 20ª settimana di gravidanza.
Hai più di 35 anni? Ti verrà consigliato un altro esame non invasivo (un semplice prelievo di sangue dal braccio) chiamato test del DNA fetale in grado di rilevare il sesso del bambino già dalla 10ª settimana di gravidanza. Questo test analizza frammenti di DNA fetale libero presenti nel sangue materno e viene solitamente utilizzato per rilevare anomalie cromosomiche (trisomia 21, 13 e 18) e delle anomalie dei cromosomi sessuali.

Nella diagnosi prenatale, villocentesi (11ª - 13ª settimana di gravidanza) e amniocentesi (16ª - 18ª settimana di gravidanza) sono test invasivi che oltre a escludere determinate malattie genetiche sono rivelatrici anche del colore del fiocco da appendere alla nascita. Il primo consiste nel prelievo di un piccolo campione di villi coriali (tessuto placentare) attraverso la cervice o la parete addominale. Il secondo prevede il prelievo di un campione di liquido amniotico che contiene cellule fetali.

Consigli per una corretta igiene intima in gravidanza

Sei incinta? Per un anno o più puoi dire addio ai giorni di ciclo e alle irritazioni da assorbente ma questo non significa far passare in secondo piano la tua routine quotidiana legata al benessere intimo. Durante tutto l’arco della gravidanza l’igiene intima femminile merita anzi un’attenzione in più.

Un detergente scelto con poca attenzione mentre fai la spesa o una cattiva cura delle parti intime possono peggiorare alcuni fastidi comuni a chi è in dolce attesa. L’aumento degli estrogeni e il cambiamento del pH vaginale possono favorire prurito intimo e infezioni come la candidosi o la vaginosi batterica. Questi sintomi sono spesso legati a una maggiore sensibilità della mucosa vaginale e a un aumento delle secrezioni. Devi sapere che sono disturbi molto comuni e, sebbene possano essere fastidiosi, nella maggior parte dei casi non rappresentano un pericolo per la salute della mamma o del bambino. Ricorda che il miglior detergente intimo in gravidanza è quello a pH 3.5 per non alterare l'acidità naturale dell'ambiente vaginale in questo periodo.

In caso di emorroidi o vene varicose nella zona vulvare durante le ultime settimane di gravidanza, non indossare jeans skinny e segui una dieta equilibrata ad hoc. Nel post parto la maggior parte di questi fastidi intimi causati dalla pressione esercitata dall’utero sul pavimento pelvico saranno solo un lontano ricordo. Evita i rimedi fai-da-te e chiedi sempre consiglio a un medico in caso di sintomi persistenti o gravi. Un professionista della salute saprà sicuramente trovare la soluzione più appropriata.

Mantenere una buona igiene intima con prodotti delicati e specifici è importante anche dopo la nascita del tuo bebè. Hai già sentito parlare di lochiazioni? Si tratta di perdite ematiche fisiologiche, più abbondanti nei primissimi giorni dopo il parto. Non ti devono preoccupare e solitamente non durano più di 40 giorni. Ricorda di portare con te una scorta di assorbenti post parto nella borsa dell’ospedale e una volta a casa cambiali frequentemente per prevenire infezioni o cattivi odori.