Conosci quella sensazione di essere l’unica a provare un dolore che nessuno riesce a davvero a capire? Se da tempo convivi con dolori mestruali intensi che credevi “normali” e ti sei sentita dire che devi solo resistere e che tutte le donne passano attraverso questi momenti, non sei sola. Potresti avere l’endometriosi, una condizione cronica ancora poco compresa (anche in ambito medico) e spesso sottovalutata che riguarda circa il 15% delle donne in età fertile.
In questo articolo vedremo nel dettaglio i sintomi di questa patologia per aiutarti a capire come riconoscerla, quali possono essere i suoi impatti sulla tua vita quotidiana e come tornare a sentirti bene con il tuo corpo.
L’endometriosi è una patologia ginecologica cronica caratterizzata dallo sviluppo di tessuto endometriale (il tessuto che riveste l’interno dell’utero) in sedi anomale al di fuori della cavità uterina, come ovaie, tube, intestino
o peritoneo. Durante il ciclo mestruale, il tessuto endometriale ectopico, ossia quello sviluppato al di fuori dell’utero, segue l’andamento ormonale del ciclo, causando infiammazione, dolore e nei casi più avanzati, la formazione di cisti e aderenze.
L’endometriosi è spesso una patologia asintomatica. Quando si manifestano dei sintomi, generalmente si parla di dolore nella zona pelvica soprattutto a ridosso e durante il ciclo mestruale, durante i rapporti sessuali o durante la defecazione.
Se ti capita spesso di avere dolori intensi durante il ciclo mestruale o i rapporti sessuali che non si risolvono con l’aiuto di antidolorifici, è necessario contattare uno specialista per una diagnosi accurata.
Le lesioni dell’endometriosi possono essere classificate in tre gruppi principali in base alla gravità e all’estensione:
1- Lesioni superficiali o peritoneali
Si tratta delle lesioni più comuni: sono piccole, superficiali e localizzate sulla superficie del peritoneo, la membrana che riveste gli organi della cavità addominale e pelvica. Solitamente si presentano come piccoli puntini rossi, marroni o neri che possono essere piatti o leggermente rialzati. Queste lesioni possono essere asintomatiche o causare dolori mestruali, pelvici o causare fastidi durante i rapporti sessuali.
Non avendo sintomi specifici, non è sempre facile diagnosticare l’endometriosi. In media, questa patologia viene diagnosticata dai 6 agli 11 anni in ritardo, infatti, secondo uno studio di Edelman Intelligence più del 65% delle donne con endometriosi riceve prima almeno un’altra diagnosi errata.
Ma quindi come si diagnostica l’endometriosi? In genere, per una diagnosi corretta e completa si raccolgono i sintomi e si valuta attentamente la storia clinica della paziente tramite una visita ginecologica accurata, successivamente si procede con un’ecografia transvaginale o una risonanza magnetica pelvica e, in alcuni casi, si esegue una laparoscopia diagnostica (un piccolo intervento in anestesia che permette di studiare in modo ravvicinato l’endometriosi).
Le cause dell’endometriosi non sono ancora del tutto chiare, esistono però diversi fattori che possono influenzare l’insorgenza di questa patologia. Tra i fattori di rischio più comuni ci sono:
L’endometriosi tende invece a manifestarsi meno spesso nelle donne che:
Purtroppo, a oggi non esiste una cura definitiva per l’endometriosi, esistono però diversi approcci per tenerla sotto controllo e migliorare la qualità della vita.
Il trattamento dell’endometriosi dipende dalla severità dei sintomi e dalla volontà di una paziente di avere una gravidanza in futuro. Chi soffre di endometriosi, può adottare un approccio conservativo e provare a trattare la patologia con dei farmaci, oppure può decidere di ricorrere alla chirurgia. Solitamente viene preferito l’approccio terapeutico e si ricorre alla chirurgia soltanto quando i farmaci non hanno alcun effetto.
La terapia farmacologica serve a controllare i sintomi e a limitare la progressione della malattia. Consiste nella limitazione dell’attività ormonale tramite l’assunzione di farmaci come contraccettivi ormonali, progestinici (pillole che riducono o bloccano le mestruazioni e inibiscono la crescita del tessuto endometriale) o analoghi e antagonisti del GnRH che servono a interrompere la produzione di ormoni femminili creando una sorta di “menopausa farmacologica”. Insieme a questi farmaci vengono poi prescritti degli antidolorifici e dei percorsi integrati come la fisioterapia pelvica e un supporto psicologico, insieme a un’attenta alimentazione volta a ridurre le infiammazioni.
Il ricorso alla chirurgia, invece, è consigliato solo nei casi in cui non ci sono alternative, perché può comportare infertilità: durante l’asportazione del tessuto endometriosico, spesso vengono danneggiati anche tessuti sani; questo può provocare una diminuzione del numero di ovociti o alterare la vascolarizzazione dell’organo limitandone la funzione.
In genere, si procede con una laparoscopia eseguita da chirurghi esperti che si occupano di asportare i tessuti e le cisti senza compromettere la salute riproduttiva della paziente.
Anche se non può curare l’endometriosi, l’alimentazione può aiutarti concretamente a ridurre l’infiammazione e ad alleviare i sintomi, come il dolore pelvico e i disturbi intestinali. La Fondazione Italiana Endometriosi ha diffuso alcune indicazioni utili sulle scelte alimentari che possono favorire il benessere di chi convive con questa patologia.
Un primo passo importante è aumentare l’assunzione di fibre, presenti in abbondanza in cereali integrali, legumi, verdura e frutta fresca, in particolare mele, pere e prugne. Le fibre favoriscono una buona funzionalità intestinale e aiutano a regolare i livelli di estrogeni nel sangue, contribuendo così a tenere sotto controllo gli stimoli ormonali che alimentano l’endometriosi.
Anche i grassi buoni, come gli Omega 3, svolgono un ruolo chiave. Li trovi soprattutto nel pesce azzurro (come sgombro, alici, sardine), nel salmone e nel tonno fresco, ma anche nell’olio extravergine d’oliva, nella frutta secca e nei semi oleosi (girasole, zucca, lino). Gli Omega 3 aiutano il corpo a produrre sostanze antinfiammatorie naturali, come la prostaglandina PGE1, che può contribuire a ridurre i dolori cronici.
In alcuni casi, il medico può consigliarti anche integratori specifici per rafforzare l’effetto della dieta. Tra i più utilizzati ci sono quelli a base di vitamina D, Omega 6, metilfolato di calcio, curcuma, quercetina, partenio e nicotinamide, tutte sostanze che possono sostenere il sistema immunitario e contrastare i processi infiammatori.
L’endometriosi è una malattia sistemica che può influenzare profondamente la tua vita quotidiana: può avere conseguenze sul lavoro, sulle relazioni, sulla sessualità, sul sonno e sulla sanità mentale. Il dolore cronico può portare con sé ansia, depressione, frustrazione e un senso di solitudine.
Per questo motivo è fondamentale parlarne e non affrontare tutto da sole. L’endometriosi è una patologia molto diffusa, ma ancora troppo poco riconosciuta, anche da chi ci sta vicino o dagli stessi operatori sanitari.
Questo può rendere difficile sentirsi comprese, ascoltate e prese sul serio. Eppure, dare un nome a ciò che stai vivendo è già un primo passo importante: ti permette di cercare le cure più adatte, ma anche di costruire una rete di supporto fatta di professionisti, gruppi di ascolto e familiari informati che possa alleggerire il peso quotidiano della malattia.
Affrontare l’endometriosi non significa solo gestire i sintomi fisici, ma anche imparare ad ascoltare i propri limiti, riorganizzare le proprie abitudini e, quando serve, chiedere supporto psicologico. Ricorda: prendersi cura della propria salute mentale è parte integrante del percorso terapeutico, e non è mai un segno di debolezza.
Con il giusto accompagnamento medico e umano, è possibile convivere con l’endometriosi in modo più consapevole e meno doloroso.
Questo articolo è solo a scopo informativo e non intende sostituire il parere di medici e specialisti. Tutte le informazioni presentate in questi contenuti non hanno lo scopo di diagnosi o prescrizione. Per tutte le questioni relative alla salute, ti esortiamo a contattare il personale medico specializzato.
Completa la tua routine di benessere intimo